Psicologia, Psicoterapia, Sessuologia, Sociologia, Pedagogia: 
un approccio sistemico al sostegno psicologico 
per un'azione interdisciplinare di presa di coscienza e di risoluzione 
dei problemi e delle difficoltà 
individuali, sociali, lavorative, di coppia e familiari.
La nostra psiche riceve le influenze e i condizionamenti esterni dai contesti nei quali ci troviamo ad interagire. Tali contesti possono essere molteplici: sociali, familiari, lavorativi, scolastici, politici, economici, mass-mediatici, religiosi, etc.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 1948) definisce la salute come uno "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplice assenza di malattia o infermità". 
Il modello bio-psico-sociale è una strategia di approccio alla persona secondo la quale 
ogni condizione di salute o di malattia è l'effetto dell’interdipendenza (o dell'interazione complessa e circolare) tra:
 fattori organici o biologici (genetici, biochimici, etc.);
fattori psicologici (cognitivi, comportamentali, emotivi e motivazionali);
fattori sociali (culturali, sociali, familiari, economici, politici, etc.). 
(Engel, 1977; Scwartz, 1982). 
Il nostro Studio si impegna ad offrire supporto psicologico ad adolescenti, giovani, adulti,  
e anziani che abbiano bisogno di migliorarsi e comprendere meglio 
il proprio funzionamento psichico, oltre che riflettere ed individuare le cause 
e le possibili strategie relative alle personali difficoltà 
emotive, sociali, sessuali, lavorative e familiari, 
per gestirle o superarle.
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Ciascun essere umano ha ricevuto un'eredità genetica e una "formazione", un patrimonio di risorse, 
per alcuni ricco e pieno di frutti, per altri malmesso e pieno di debiti non pagati. 
Di questo non abbiamo né colpe né meriti, è il nostro punto di partenza: è il nostro "zaino sulle spalle". 
Se avvertiamo un peso che diventa insopportabile, dobbiamo guardarvi dentro.
"Può fare male, ma è un dolore che produce crescita. Chi lo fa, si impegna per individuare sassi e zavorre e distinguerli dalle cose buone, e lavora per iniziare a buttare fuori sassolini e macigni, alleggerirsi, e correre più libero." (Trevisani, 2012)
Non sono (sol)tanto gli eventi della vita, per quanto lontani, gravi o prolungati, a generare sofferenze e disagi, 
ma il nostro modo di guardare a tali eventi. Questa modalità interpretativa è però determinata da modelli mentali disfunzionali appresi nel corso della nostra esistenza attraverso l'educazione e le esperienze. 
Lasciare che i pensieri negativi seguano il corso disordinato delle emozioni e degli stati d'animo 
porta a pensare male e a vivere male. 
Forse non riusciamo a trovare un tassello del nostro personale "puzzle" interiore e, 
fintanto che non saremo riusciti a recuperarlo ed a inserirlo nel posto giusto, 
potremmo avvertire ansie, disagi, disturbi, sofferenze.
Occorre stimolare, perciò, tutte le forze positive di ciascuno di noi 
e pensare positivamente qui, oggi, nel nostro presente. 
I "fondi mentali" a livello inconscio non permettono a volte di riconoscere lo stato reale delle cose; 
pertanto abbiamo elaborato anche un modello psico-semiologico 
per la ricomposizione del rapporto fantasie-realtà, 
attraverso il confronto tra la lettura immaginaria emozionale di immagini, somministrate al paziente, 
e una lettura "strutturale" delle stesse immagini che elimini le "integrazioni psicologiche soggettive" 
per giungere ad una riconciliazione con la realtà della vita vera, partendo da ciò che di buono abbiamo o siamo.
Il nostro orientamento si rifà al modello Sistemico e Relazionale che osserva le dinamiche inter-individuali del sistema familiare, di coppia e soggettive. La Psicogenealogia offre poi un ulteriore contributo nell'esaminare i "legami affettivi invisibili" che ci uniscono ai nostri avi, ma pure alla rete allargata ai più lontani parenti, 
poiché siamo indotti inconsciamente ad interpretare ruoli che ci inducono a mantenere in vita 
le emozioni e i destini anche di chi non c'è (più).
Il percorso proposto al paziente si sviluppa nel (ri)attivare in sinergia i centri vitali (organici, psicologici, sociali). Quando sono in conflitto, si vive un senso di frustrazione, di tristezza e di perdita di speranza. 
Quando sono in consonanza ci sentiamo capaci di agire con sicurezza 
e assumono una dimensione più accettabile le preoccupazione, i dubbi, i pericoli, le inquietudini. 
Partendo dai nostri centri della salute personale (Corpo, Cuore, Cervello), in rapporto ad un contesto famigliare, 
pure all'interno di un contesto lavorativo e sociale più ampio ma determinante (seppure appaia più sfumato), 
tramite una "educazione" che miri all'armonia tra il fisico, il mentale e il sociale, potremmo giungere 
alla serenità, al benessere, alla realizzazione personale, alla libertà, a star bene con noi stessi e con gli altri.
Il centro dell'attività, in ogni caso, è sempre la persona che si rivolge a noi, vista non tanto come paziente 
quanto come essere umano, alle cui caratteristiche cerchiamo di adattare il metodo e non viceversa.
Il cammino verso il benessere e la libertà può essere anche breve e inizia facendo un primo passo: 
per esempio il passo che porta qui da noi.
Riferimenti bibliografici:
Engel, G. L. (1977). The need for a new medical model: a challenge for biomedicine. Science, 196(4286), 129-136.
Schwartz, G. E. (1982). Testing the Biopsychosocial Model: The ultimate challenge facing behavioral medicine?Journal of Consulting and Clinical
Psychology, 50(6), 1040.